Ciaooooooooo, sono tornato dalle vacanze!!! Sono state molte lunghe, ma ci volevano! E voi? Siete a casa o siete al mare? Una domanda lecita visto che l’argomento di questo post è la sabbia. Quanti di voi genitori quest’estate hanno giocato con il proprio bambino in spiaggia, con secchiello e paletta? Se non lo avete ancora fatto spero che, dopo aver letto questo articolo, rimedierete alla vostra mancanza.
La sabbia, infatti, non solo stimola la fantasia del bambino, ma stimola anche i sensi e la percezione di sé. Inoltre può essere molto utile come strumento per osservare i messaggi che il vostro bimbo vuole darvi. Ma andiamo con ordine!
Per quanto riguarda la fantasia gli spunti sono numerosi: dal semplice castello di sabbia, alle varie forme che si possono creare. Il primo consiglio che posso darvi però è quello di non sovrastare la fantasia del bambino con la vostra. Il ruolo dei genitori, soprattutto per i più piccoli, deve infatti essere quello di supervisore diventando così parte attiva solo su richiesta del bambino. In altre parole non fatevi prendere la mano nel costruire cose estremamente complesse: rischierete di far annoiare il bambino. Ricordatevi sempre che il vero protagonista deve essere lui!!!!
La fantasia può essere stimolata con storie o con oggetti che trasformati diventano altri oggetti ( una conchiglia si può trasformare in un letto per fantastici omini immaginari…), ma non preoccupatevi se non avete immaginazione, ci penseranno i vostri bimbi a dirvi come usarli. Sono loro i veri maestri, i veri creativi. (Se vi interessa la creatività leggete anche questo post)
La sabbia stimola anche i sensi e in modo particolare il tatto. Nei neonati, in particolare, questo è il senso più sviluppato e più importante in quanto, insieme all’udito, è funzionante già nella settima settimana di gestazione. Per i bambini, quindi, l’esplorazione tattile è molto importante. La sabbia, come la plastilina e altri oggetti malleabili e deformabili, permette di scoprire diverse nozioni: per esempio, il bambino può incominciare a capire che la materia non è fatta di grossi blocchi ma di parti piccolissime (come i granelli della sabbia), imparano la differenza tra umido/asciutto, pieno/vuoto, duro/morbido…
Infine, ma non per questo meno importante, la sabbia potenzia la consapevolezza di sé. Come aveva già affermato Piaget il gioco è fondamentale per la costruzione di sé e del mondo. È nel gioco che il bambino rappresenta le proprie emozioni e le percezioni di sé e di quello che succede intorno a lui. Per questo motivo la sabbia è stata usata come strumento da Dora Kalf, allieva di Jung, che ha introdotto la Sandplay Therapy, una tecnica che pone un vassoio di sabbia come uno "spazio libero e protetto" all'interno del quale il bimbo rappresenta, in questo scenario privilegiato, situazioni che lo hanno colpito particolarmente fornendo così un linguaggio simbolico anche a chi non ha parole per esprimere il proprio “malessere”, consentendo pertanto al bambino di rappresentare il mondo interno così come si è costellato. Questa tecnica è spesso usata con bambini maltrattati o che hanno avuto abusi sessuali. Ovviamente è un metodo proiettivo che ha bisogno di un’interpretazione attenta e precisa da parte di esperti.
Noi possiamo però osservare i bambini in normali situazioni di gioco, per esempio in riva al mare, e come essi si dedicano con particolare divertimento a manipolare la sabbia. Il gioco acquista infatti una valenza simbolica ed organizzativa: il bambino costruisce un suo mondo del quale è creatore e protagonista.