Ciao
a tutti!!
Pronti
per Halloween? Spero che voi abbiate preparato le caramelle da dare ai bambini che busseranno
alle vostre porte! I bambini hanno bisogno anche di dolci a volte, lo zucchero mette di buon
umore. L’umore buono produce pensieri positivi e il pensiero positivo produce
ottimismo. Ed è proprio di ottimismo che vi voglio parlare in questo post.
Iniziamo
con una breve definizione:
l’ottimismo
è un atteggiamento mentale che ha esiti tangibili positivi sulla nostra salute
fisica, mentale e sulla vita sociale. È una prospettiva di vita che favorisce
la ricerca e l’attuazione di soluzioni costruttive e possibili, dotate di
senso, a fronte di difficoltà.
Il
quesito più che ancora oggi mette in disaccordo molti studiosi è se si può
insegnare l’ottimismo o è qualcosa legato alla genetica? Ottimisti si nasce o
si diventa?
Ottimismo
e pessimismo sono concetti troppo complessi per
essere oggetto di una incidenza genetica.
Gli
studi condotti possono dirci se un tratto caratteriale è ereditabile, ma non
significa che i geni dell’ottimismo esistano. Occorre rimanere aperti alla
probabilità che un’alta quantità di successo dei bambini possa condurre all’ottimismo.
Oggi
si preferisce pensare ad una concezione epigenetica dello sviluppo umano.
Questo vuol dire che l’espressione dei programmi genetici assume percorsi
differenti di sviluppo nella produzioni delle cellule e dei tessuti in
riferimento alle diverse condizioni ambientali. È probabile che l’ottimismo sia
influenzato sia dall’informazione contenuta nei geni , sia da tratti di
personalità, sia da contesti culturali e sociali.
Se
concordiamo con questa teoria allora possiamo affermare che è possibile
insegnare a essere ottimisti. Il compito risulta sempre più difficile man mano
che la personalità, il carattere delle persone si stabilizza. Risulta invece
più semplice quando si ha che fare con caratteri ancora malleabili come i
bambini.
Secondo
Seligman, psicologo statunitense fondatore della psicologia positiva, ci sono alcuni concetti che bisogna conoscere
prima di insegnare a essere ottimisti
- Autostima:
William James elaborò una formula (autostima=successo/pretese) che esplica come
maggiori sono i nostri successi e minori sono le nostre pretese, più alta sarà
l’autostima. Inoltre nel 1967 Stanley
Coopersmith sostenne la tesi che l’autostima fosse cruciale per l’educazione
dei bambini. In modo particolare più chiare sono le regole e i limiti imposti
dai genitori, più alta sarà l’autostima; più libertà ha il bambino, più bassa
sarà l’autostima.
- Perseveranza: Se dopo un banale fallimento, vostro figlio,
rinuncia, fallirà l’intera impresa. Ogni sub-fallimento produce sensazioni
negative. Quando un bambino è in una situazione di difficoltà può adottare due
tipologie di comportamenti: può restare nella situazione e agire, e ciò si
definisce padronanza, oppure può rinunciare e abbandonare la situazione, si
parla di impotenza appresa.
- Stile
esplicativo: gli studiosi sono giunti a comprendere che l’essenza
dell’ottimismo risiede nel modo in cui si pensa alle cause. Ci sono tre
dimensioni per spiegare ogni evento che accade:
o
La
permanenza: il bambino pessimista imputa gli eventi negativi a difetti e
manchevolezze permanenti della sua personalità(“sono un fallito”), quello
ottimista li imputa invece a stati d’animo ed altre condizioni temporanee,
mutevoli.
o
La
pervasività: il pessimista è catastrofista e si sente un perdente su tutta la
linea, mentre l’ottimista trova invece delle cause circoscritte, che analizza.
o
La
personificazione: cioè decidere di chi è colpa di un evento. Quando un’
auto-accusa è permanente e pervasiva si definisce auto accusa generalizzata:
chi ha questo stile esplicativo ritiene che il problema sia un difetto
incorreggibile del suo carattere. Quando è transitoria e specifica si definisce
auto-accusa comportamentale.
Lo stesso autore introduce un training
per insegnare ai bambini ad essere ottimisti, il Programma di Prevenzione del
Pessimismo (PPP). Per la spiegazione completa di questo training vi rimandiamo al
libro scritto dallo stesso autore “Come crescere un bambino ottimista”, noi nel
nostro piccolo possiamo darvi semplici indicazioni:
- Va
ricordato che il pessimismo dei bambini è in parte appreso dagli adulti di
riferimento, come genitori, insegnanti ed educatori. Quindi per prima cosa è
bene che riflettiate sul vostro stile esplicativo.
- Fate
attenzione a come il bambino attribuisce la responsabilità dei problemi che
insorgono se al proprio comportamento o al proprio carattere. Infatti il
comportamento è modificabile mentre il carattere no.
- Non
date giudizi di valore, né su di lui né sugli altri.
- Favorite
fin dal principio la contingenza sociale dei bambini.
- I
bambini hanno bisogno di fallire. Hanno bisogno di sentirsi tristi, ansiosi o
arrabbiati. Se quando incontrano degli ostacoli ci precipitiamo a rafforzare la
loro autostima impediamo loro di acquisire padronanza (cioè la controllabilità
tra azione ed esito)
- Insegniamo
ai bambini a pensare in modo realistico ai problemi. Realistico, non
pessimistico!
- Far
abituare ai bambini ad individuare i diversi fattori che portano a un
determinato problema.
- Non
risolvete tutti i problemi di vostro figlio. Se vostro figlio non ce la fa,
aiutatelo guidandolo, ma non sostituitevi a lui nella risoluzione del problema.
Se lasciate che sia vostro figlio a risolvere i problemi, non siate
ipercritici. Senz’altro farà qualche sbaglio, ma se lo criticate troppo, non ci
proverà più.