lunedì 24 ottobre 2011

Bioenergetica dolce e Babymassaggio

Ciao a tutti,
quante mamme o maestre, dopo una giornata faticosa, non vede l’ora di sdraiarsi, rilassarsi e, se è possibile, farsi fare un bel massaggio o delle coccole dal proprio compagno?
 
Il massaggio è ormai entrato a far parte del nostro concetto di massaggi-bambinibenessere. Ognuno di noi conosce o ha provato l’effetto piacevole di mani esperte sul nostro corpo. Pochi sanno però quanto possa essere piacevole il massaggio per un bambino; poche mamme hanno l’abitudine di massaggiare il corpo del neonato, o del figlio piccolo; poche maestre utilizzano il contatto corporeo per gestire l’emozione dei bambini.
 
reichL’importanza del contatto corporeo è stato per la prima volta evidenziato da Wilhelm Reich celebre psicoanalista allievo di Freud. Prima di lui il contatto tra paziente e psicoanalista era qualcosa da evitare. Egli invece coglie un’identità funzionale sul carattere di una persona e il suo atteggiamento corporeo o come la chiama lui “corazza” muscolare, definita in questo modo perché serve per difendere l’individuo contro le esperienze emotive dannose e dolorose.
 
Dalle sue teorie numerosi psicologi hanno preso spunto. Lowen per esempio ha coniato il termine bioenergetica facendo riferimento all’energia orgonica, già postulata da Reich. Una forma di energia vitale che scorre lungo il corpo e che si può bloccare se ci sono pressioni interne o esterne creando, appunto, la corazza dell’uomo. In Lowen troviamo anche l’eredità sull’interesse dei neonati e dello sviluppo che aveva Reich, infatti nel suo libro “Bioenergetica” egli dice che la personalità dell’uomo è costituita da strati di sviluppo che possono entrare in conflitto o venire repressi; due elementi di questa stratificazione sono:
  • Neonato: è caratterizzato dal desiderio di contatto. Quando questo desiderio viene soddisfatto il bambino si trova in uno stato di piacere; la deprivazione uno stato di sofferenza;
  •  Bambino: è caratterizzato dal bisogno di esplorare il mondo, attraverso questa esplorazione il bambino crea il mondo nella propria mente. Crea anche l’idea di se stesso a livello cosciente. Una privazione dell’esplorazione lo conduce ad una chiusura su se stesso.

 
Vorrei concentrarmi con voi su questi due stadi dello sviluppo per farvi capire come può essere utile usare il massaggio con i nostri bambini. Per fare questo devo però parlarvi di un’altra autrice: Eva Reich figlia di Wilhelm Reich.
evaL’autrice ha incentrato il suo interesse sui primi anni di vita per prevenire l’irrigidimento dei muscoli che fa ristagnare l’energia del corpo, provocando una dissociazione della coscienza con il corpo. La corazza, infatti, può formarsi già al momento del concepimento, nell’utero materno o durante l’allattamento come reazione al dolore o al trauma. Mentre durante l’infanzia il flusso dell’energia del bambino può essere interrotto quando gli viene imposto qualcosa che limita la sua scoperta del mondo e la sua curiosità.
A tutti questi irrigidimenti del corpo si può far fronte, non solo prestando più attenzione al comportamento e alle esigenze del bambino, ma anche attraverso il contatto corporeo e il massaggio.
 
Numerose ricerche evidenziano l’importanza del tatto nei neonati. Se si pensa all’ambiente uterino, infatti, possiamo capire come i sensi che più si sviluppano sono l’udito e il tatto. La voce della madre viene riconosciuta già nello stadio prenatale. Grazie al tatto il feto riesce a capire i cambiamenti di temperatura dovuti alla circolazione sanguigna ed è ha contatto con diversi liquidi e le varie pareti che lo circondano. Proprio perché questo senso è estremamente sviluppato, il passaggio tra ambiente uterino e mondo può essere traumatico. Il neonato ha bisogno ancora del calore del corpo della madre; questo bisogno rimane per parecchi mesi. Il contatto corporeo della madre lo rassicura; molte volte, infatti, i bambini piangono solo per il bisogno di essere presi in braccio.
Un insegnamento che Eva Reich dà alle madri è di massaggiarli ogni giorno, in modo particolare dopo il bagnetto o dopo il cambio del pannolino. Il massaggio va fatto in un ambiente caldo, con il bambino nudo, con mani belle calde e non fredde e su tutto il corpo. È un massaggio dolce: non bisogna andare in profondità, ma rimanere solo in superfice. I movimenti del babymassaggio sono:
  • Sfiorare: si esegue tenendo le dita leggermente allargate in modo da poter toccare tutta la superficie della pelle.
  •  Far vibrare: si appoggia la mano delicatamente sui muscoli e la si fa vibrare procedendo dall’alto verso il basso.
  • Eseguire movimenti circolari: la pressione delle mani, dita, sul corpo descrive una “O”.
  • Frizionare ed eseguire movimenti circolari: movimento combinato in cui si eseguono due movimenti contemporaneamente.

tanti-massaggi-per-i-bambini-L-vsmhAZ
 
Lo stesso tipo di massaggio è efficace anche in bambini più grandi: il consiglio è quello di sottoporre vostro figlio prima della nanna o nel momento delle coccole.
Infine alcune emozioni dei bambini (aggressività, paura, nervosismo, ansia) possono essere gestiti con semplici tocchi o semplici massaggi.
Per chi volesse approfondire l’argomento il mio consiglio è quello di leggere qualche libro sulla bioenergetica dolce o seguire il sito http://www.centrostudievareich.com/
 
A presto!!
Il vostro Gufo Anacleto.

martedì 4 ottobre 2011

Educazione plurisensoriale: metodo Bruno Munari

Ciao,
Un bambino creativo è un bambino felice!” questo è stato sicuramente il motto più usato da Bruno Munari. La creatività di cui parla è “una qualità speciale dell’intelligenza, è ricerca dell’essenziale” e “dato che la creatività si sviluppa sulla conoscenza ed il bambino disegna ciò che sa e vede ciò che conosce” bisogna aiutare i bambini ad aumentare la loro conoscenza plurisensoriale. Questo è l’insegnamento principale dell’eclettico artista e designer milanese.
Dai suoi laboratori (Giocare con l’arte, Fare insieme per capire, Giocare con la natura…) nasce un nuovo metodo che prende il suo stesso nome: il metodo Bruno Munari.
 
Tale metodo  si basa sul fare. Come insegnava già precedentemente la Montessori (“Aiutami a fare da me!”), l’obiettivo è quello di lasciare che i bambini possano esprimersi liberamente senza interferenze da parte degli adulti. La regola d’oro è “Non dire cosa fare ma come fare!”. In questi laboratori gli operatori parlano pochissimo; fanno delle cose suscitando la curiosità del bambino che subito ha voglia di provare: il bambino imita l’adulto. Il vero compito dell’operatore, oltre a dare tutte le informazioni di tipo tecnico sul come si fa a fare senza dare temi preimpostati , è quello di creare un ambiente ricco e stimolante, pieno di materiali e oggetti diversi.
 
Nel libro Tavola tattile Munari scrive “tutti gli umani, al momento della nascita, sono forniti di un apparato plurisensoriale… Con il passare degli anni, gran parte di questo apparato viene atrofizzato perché l’individuo, per lo sviluppo della conoscenza, dà la prevalenza alla logica e alla letteratura”. Il fine principale di questo metodo è quindi quello di aiutare i bambini ad esercitare tutti i sensi. Nel 1907 la Montessori aveva introdotto nel suo sistema educativo l’educazione dei sensi per allargare il campo della percezione e per fornire una base ricca allo sviluppo dell’intelligenza. Su questa scia nascono i laboratori impostati con il metodo Bruno Munari.
Per scoprire le caratteristiche dei materiali e per potenziare l’osservazione sulle cose che ci circondano si possono proporre ai bambini alcuni giochi didattici.
Ve ne riporto alcuni tratti dai numerosi laboratori:
  • Giocare con la fotocopiatrice: i bambini scelgono il materiale a disposizione (immagini ritagliate, ritagli di pelliccia, rami…) e dispongono la loro composizione sullafotocopiatrice e in seguito possono completare il disegno con i pennarelli e porre la domanda: “che cosa ti fa venire in mente?”
  • Lab-Lib ovvero Laboratorio Liberatorio: “Questa operazione va condotta senza pensare prima cosa fare, ma lasciandosi suggestionare LaboratorioBrunoMunaridalle varie qualità dei materiali, dalle forme, dai colori, dal peso e dal tatto, nel modo più libero possibile…lasciandosi andare come quando si ascolta la musica…” Adulti e bambini sono invitati a fare senza pensare. Il laboratorio è allestito come un grande mercato di merci e sulle bancarelle vengono poste vari metalli, rami, reti, polistirolo, corde, cartoncini, tessuto, pelliccia. Su alcune mensole vengono posizionati alcuni esempi di piccole costruzioni per scoprire come si fa. Viene anche usata la musica per suscitare emozioni di vario genere e cercare di far passare le sensazioni musicali attraverso le sensazioni visive e tattili dell’artefatto che si sta creando.
  • Girotondo tattile: vengono scelti alcuni materiali (es: pelliccia, pelle, carta stagnola, spugna, semi, riso, carta vetrata, polistirolo…) e vengono messi dentro a scatole sopra ad alcuni laboratorio_4tavoli, uno accanto all’altro. Viene chiesto ai bambini di chiudere gli occhi e di affondare le mani nelle scatole. Si chiede poi ai bambini di descrivere il materiale preferito, quello “antipatico” e le associazioni che nascono. Per esempio un bambino potrebbe dire che le piume, leggere e morbide, gli danno la sensazione di toccare niente, la nebbia o le nuvole.
  • Giocare con le foglie:foglie di forme e colori diversi in tutte le sfumature. Si può aiutare i bambini a esprimere le loro sensazioni e scoprire le qualità attraverso tutti i sensi: toccare il bordo delle foglie per sentire il contorno, annusare le foglie per sentire l’odore del bosco, con le foglie secche sbriciolarle, elencare tutti i colori che si individuano creando una tavolozza, stendere a terra le foglie camminarci sopra a piedi nudi e sentire il loro fruscio. Infine usare le foglie per creare elementi artistici!
  • Odori, ricordi, sensazioni:possiamo anche creare un laboratorio olfattivo utilizzando tutte le spezie, i profumi, i fiori e altri materiali che producono odori particolari. I bambini bendati annusano e esprimono le loro sensazioni, i ricordi. Inoltre ognuno potrebbe creare un album ricordo dei momenti più belli della sua vita con gli odori. Alcuni esempi: la lavanda ricorda i cassetti della nonna, le fragoline di bosco una gita fatta in montagna, ecc.
 
 
 

I videogiochi invadono Milano

 

4 - 5 - 6 NOVEMBRE 2011 annotatelo sui vostri diari! Cosa ci sarà di tanto entusiasmante in questi tre giorni vi chiederete? Beh per tre giorni Milano masticherà tecnologia e videogiochi: si terrà il primo evento ufficiale italiano del settore, la GAMES WEEK!.

Sarà un evento interessante per grandi e piccini da vivere a 360°:
  • con la possibilità di provare i videogiochi più attesi;
  • incontrando gli sviluppatori;
  • giocando nel salone insieme alle celebrities;
  • sfidando gli amici;
  • con la possibilità di acquistare i prodotti.
Ma perché un Gufo spennacchiato come me si dovrebbe interessare di videogiochi mi chiedete?
Dovete sapere che i videogiochi non sono da condannare ed escludere a priori dall'educazione dei bambini, infatti molti sono i processi psicologici connessi al loro utilizzo e che possiamo "allenare" divertendoci.
Un piccolo esempio è il fatto che ognuno di noi quando si trova alle prese con un nuovo gioco deve cercare di capire come muoversi e ideare una strategia per poter superare l'ostacolo e in caso di fallimento del tentativo di risoluzione, si dovrà compiere un'ulteriore valutazione degli elementi disponibili per una risoluzione ottimale della difficoltà.
Greenfield (1987) ha argomentato a proposito che i videogiochi, in cui il giocatore deve affrontare e risolvere livelli di difficoltà crescente e scoprire regole di soluzione di ciascun livello, attivano abilità di ragionamento induttivo e soluzioni di problemi simili a quelle richieste per risolvere compiti di ragionamento di tipo tecnico-scientifico.
Diverse ricerche hanno comprovato che i videogiochi sviluppano le competenze spaziali, le competenze di attenzione, visiva in particolare, le capacità induttive, il coordinamento dei punti di vista e degli elementi in memoria.
Si sottolinea inoltre come per utilizzare i videogiochi siano necessarie una serie di capacità: coordinazione sensomotoria occhio-mano, indipendentemente dai processi mentali. Secondo la Greenfield questa abilità non si limita al videogioco ma può essere utile in diversi ambiti della vita quotidiana ma che a differenza del primo contesto, quest'ultimo risulta più complesso da applicarsi. Il problema che si presenta è dunque la possibilità di trasferire le capacità acquisite nel videogioco ad altri ambiti.
 
Cosa è possibile fare? Fondamentale è il ruolo del genitore e dell'insegnante nel rendere i videogiochi oggetto di discussione e di studio per rendere possibile e favorire il processo di trasferimento e generalizzazione delle conoscenze acquisite anche in compiti dove non sia presente il computer o la console.
Un ultimo punto che vorrei approfondire con voi riguarda le abilità acquisibili tramite il videogioco: Varisco e Mason (1990) definiscono come orientamento spaziale  (punti di riferimento, prontezza dei riflessi e coordinazione), organizzazione delle strategie siano incrementate e possano essere migliorate con un uso consapevole del videogioco.
Molti sono senz'altro i generi di videogioco disponibili in commercio ma sembra che un po' tutti i generi disponibili richiedano le abilità descritte precedentemente: problem solving, decision making, valutazione, anticipazione ecc.
Quindi piccoli amici e genitori non vi resta che ritagliarvi un pomeriggio da passare tutti insieme per giocare imparando, sfruttando anche   l'opportunità offerta da questa manifestazione per avvicinarvi a questo mondo spesso condannato.
 
Puoi acquistare i biglietti su TicketOne con sconto del 30%, agevolazioni per le famiglie e la possibilità di stampare i biglietti direttamente a casa senza dover fare la fila!!
 
Come ultimi consigli il vostro Gufo vi ricorda che per riconoscere il gioco adatto al vostro bambino è buona norma consultare la metodologia di classificazione dei videogiochi PEGI, che informa circa distinte fasce d'età e contenuto del videogioco. Inoltre, vi lascio alla lettura del libro Figli e Videogiochi. Istruzioni per l'uso ad opera di Cantoia, Romeo e Besana ed edito da La Scuola.
 
A presto!!
Il vostro Gufo Istruito Anacleto
 
[Fonte: Fabio R.A, "Intelligenza Potenziale - strumenti di misura e di riabilitazione" FrancoAngeli, 2011]