giovedì 28 aprile 2011

Open Day al Diocesano!

Un breve post per segnalarti un’iniziativa al Museo Diocesano didida1 Milano, un Open Day il 7 e 8 maggio 2011 chiamato “La fabbrica dell’Arte”, durante il quale famiglie e bambini (tra i 5 e i 14 anni) potranno partecipare a diversi laboratori organizzati da Ad Artem, l’associazione che gestisce i campus artistici del Museo.

Al momento sul sito del Diocesano non sono riuscito a trovare alcuna informazione, prova tu a googlare e magari lasciami un commento con qualche notizia in più!

A scuola di orto: Fattorie Didattiche, un’ opportunità da cogliere al volo!

Ciao Bimbi! Terminate le vacanza pasquali è tempo di tornare a concentrarsi a scuola!

Io da Gufo Istruito devo occuparmi in questo periodo del mio orto: devo preparare e seminare le erbe aromatiche, i pomodori, l’insalata… Sicuramente anche i vostri nonni o i vostri genitori saranno alle prese con queste attività!

E voi bimbi, aiutate i vostri familiari nell’orto? Avete la possibilità di vedere e toccare con mano i prodotti che poi trovate sotto le forme bimbi-homepiù varie sulla tavola?

La conoscenza di quelli che sono i cicli naturali di semina, crescita e raccolta sono importanti e danno consapevolezza della ciclicità e dello scorrere del tempo. Si possono osservare moltissimi fenomeni come lo sbocciare dei fiori, la nascita dei frutti, la crescita dal seme…

Poter lavorare la terra e prendersi cura dei suoi frutti porta ad un incremento delle capacità di manualità fine, di incremento delle capacità cognitive di attenzione e valutazione.

Naturalmente non è necessario avere un grande appezzamento di terreno, è sufficiente anche un paio di vasetti sulla terrazza e sul balcone per poter apprendere e divertirsi!

fattorie_didUna grande opportunità per stimolare i bambini in questa direzione inoltre arriva dalle Fattorie Didattiche, un progetto nazionale lanciato da Coldiretti per avvicinare il mondo rurale a quello della città, per creare un luogo ideale di incontro e osservazione della natura e del lavoro agricolo attraverso la guida di personale specializzato e attività educative attive. Questo tipo di esperienza pone l’accento oltre che sulla coltivazione dell’orto anche su altre mansioni come il prendersi cura degli animali della fattoria, il fare il pane in casa ecc.

Ora vi devo salutare, i miei pomodori devono essere bagnati! A presto!

mercoledì 27 aprile 2011

Le "Sette Regole d'Oro" di Giovanni Bollea

Ciao,
il tuo Gufo Anacleto ti parlerà di Giovanni Bollea, un luminare della neuropsichiatria infantile, deceduto il 6 febbraio. Questo post non vuole solo celebrare un grande uomo (un gufo ben più dotto di me :)), ma anche ricordare gli sforzi fatti per introdurre la psicologia infantile nell’educazione. Come hanno fatto altri blog o siti web che parlano di educazione, anch’io ti presenterò le sue “sette regole d’oro” per educare i bambini, ma non mi limiterò a elencarle, ti darò anche informazioni ben più precise sulla loro validità, sulle nuove scoperte e anche numerosi consigli per il tuo bambino.
Bene, se sei pronto, allora possiamo incominciare!

1 ”Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire 
il desiderio e apre le porte alla noia”.
La nostra società ci porta sempre a fare i conti con le pressioni commerciali. Bambini e adolescenti crescono a stretto contatto con la pubblicità. E a volte, anche i genitori, si fanno prendere la mano e spendono tanti soldi per regalare un giocattolo nuovo! I numeri poi non mentono: in un'inchiesta, pubblicata dalla Children's Society, si afferma che circa l'89% delle persone intervistate ritiene che i bambini oggi siano più materialisti che non in passato. Un dato però molto più importante è il seguente: circa il 60% del campione coinvolto nell'indagine pensa che l'autostima dei più giovani e dei piccoli sia influenzata dall'immagine negativa della loro generazione offerta dai media, anche alcuni studi statunitensi ed inglesi sembrano confermare che i bambini più influenzati dalle pressioni commerciali siano anche quelli con il più alto tasso di problemi psicologici.
Bisognerebbe riflettere su questi dati e sul bisogno dell’oggetto "ultimo modello" da parte dei bambini: è vero, avere qualcosa di nuovo li porta alla felicità e alla popolarità mentre non averla può comportare la loro emarginazione, ma avere sempre tutto è una buona educazione? “Come adulti dobbiamo assumerci la responsabilità del livello di commercializzazione dei bisogni dei bambini. Accusare i piccoli di essere materialisti non è altro che una scappatoia”, conclude Bob Reitemeier, presidente della Children's Society.
2 “Quello che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini. 
I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati”.
Per quanto possa sembrare banale questa regola, e per quanto molti potrebbero aver bisogno anche di più tempo con i propri bambini, Bollea tocca un concetto fondamentale della psicologia. È il concetto cardine della teoria dell’attaccamento di Bowbly e di Mary Ainsworth. In breve, in questa teoria si sostiene che un bambino "ha un attaccamento", questo vuol dire che egli avverte il bisogno di percepire la vicinanza e il contatto fisico con una persona di riferimento, soprattutto in particolari situazioni (di solito durante l’allontanamento della madre). Ogni bambino sviluppa una tipologia differente di legami di attaccamento. La Ainsworth ne ha distinte tre: attaccamento insicuro evitante, attaccamento sicuro e attaccamento insicuro ansioso ambivalente. Uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica The Journal of Child Psychology and Psychiatry, condotto dal’IRCCS “E. Medea”, l’University College of London e afferma che i bambini stressati e iperattivi possono essere aiutati dal corretto rapporto con la mamma e con le sue coccole . Per capire se i momenti di separazione dalla madre influiscono sullo stress del bambino, si è preso in considerazione il rapporto madre e figlio misurando i livelli di due indicatori biologici di stress.
I risultati dicono che tra i bambini che sono più predisposti allo stress, coloro che hanno stabilito un rapporto sicuro con la madre sono più tranquilli e riescono meglio a regolare la loro risposta emotiva: la sicurezza della presenza e del supporto della madre li rende bambini meno portati allo stress.

3 “I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare.”
Tutto può diventare un gioco. I bambini riescono ad immaginare che una scopa sia un cavallo. Quindi se la maestra o il genitore è munito di fantasia, pazienza e spirito di iniziativa può far diventare qualsiasi gioco e giocattolo uno stimolo. Vorrei soffermarmi però su quelli che noi di solito chiamiamo “lavoretti”. Attraverso la creazione di lavoretti il bambino sviluppa la cosiddetta manipolazione. Lo sviluppo delle capacità manuali del bambino cammina di pari passo con lo sviluppo dell’intelligenza! Alcune azioni come incollare, ritagliare, toccare sono movimenti che aiutano il bambino a sviluppare la capacità di usare le mani e la creatività. Il periodo più fertile per la creatività è, senza ombra di dubbio, l’infanzia! Con le mani il bambino esplora ciò che lo circonda, impara a capire la differenza dei materiali con i quali sono fatti gli oggetti e migliora anche le abilità motorie. Non ti preoccupare del risultato finale del lavoretto: concentrati invece sulla creatività, sull’amore e l’impegno che il tuo bimbo ci mette per realizzarlo. Stimolare la creatività dei piccoli, incuriosire ed inventare sono la chiave per una buona crescita. Inoltre, elogiare il bambino lo aiuterà a rafforzare la sua autostima, lo stimolerà a fare sempre di meglio.

4 “Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone.”
Senza pretendere così tanto dai nostri bambini, possiamo seguire anche questa regola. Anzi, vedrai che è più semplice di quanto pensi. Se osservi accade sempre così: il bambino attua esattamente gli stessi schemi che ha imparato dagli adulti.
Non ti è mai capitato di sentire il tuo bambino parlare come tu gli parli? Per capire questa regola bisogna riconoscere l'importanza dell'imitazione. Molti studi psicologici hanno dimostrato che i piccoli sono in grado di apprendere abilità attraverso la sola osservazione, senza essere attivamente addestrati dai genitori. Una volta compresa l'importanza dell’imitazione per il bambino puoi imparare a sfruttare questa caratteristica naturale. 
Il bambino, più di ogni altra cosa, preferisce sperimentare la vita di tutti i giorni, fare quello che fanno gli adulti e con gli adulti: il bambino senza un adulto che giochi con lui non si diverte! Senza dover creare situazioni o inventare giochi, ciò che serve per il tuo bambino è nella quotidianità: la mamma che stende, che da l'acqua ai fiori, cuce, passa l’aspirapolvere, stira, cucina etc. Un altro consiglio: non spazientitevi se vostro figlio incomincia ad aiutarvi e quasi subito vuole cambiare attività: i bambini vogliono imparare, ma questo non significa che devono stare per tutto il tempo che ci mettete per cucinare. Cucinano, poi lo scolapasta diventa un cappello, poi, insieme al cucchiaio di legno, una batteria e poi ricominciano a cucinare. In modo naturale, dopo poco tornerà ad aiutarvi e col passare dei giorni e degli anni si impegnerà per sempre più tempo. Se si mette a giocare da solo, voi fate finta di niente, continuate a fare quello che state facendo, e se vi dice che va a fare qualcos'altro rispondete dicendo: ”grazie per avermi aiutato!" Attenzione a criticarlo: potrebbe non avere più la gioia nell’aiutarvi e smetterà di farlo. Infine, utilizza il tempo utile: non aspettare che il bimbo dorme per svolgere in tutta fretta le normali attività, riposati quando lui dorme e quando è sveglio lavorate insieme. Il lavoro deve essere vissuto con gioia e amore, questo deve impararlo da voi in ogni caso!
5 “Sport. Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico.”
Arriverà il momento, se non è già arrivato, in cui dovrai pensare a quale sport far fare al tuo bambino. Bollea nella prima fase ti dice la regola da seguire. A volte i genitori sono preoccupati nello scegliere lo sport più completo per il suo sviluppo fisico invece di ascolta e osserva con quale sport il suo bimbo si diverte di più. Bisogna però fare attenzione perché spesso il bambino mostra semplicemente una decisa e naturale volontà di muoversi, mentre è del genitore il desiderio di iscriverlo ad un corso piuttosto che ad un altro. I due fattori primari che fungono da molla sono il gioco e l’agonismo. Come sottolinea Bollea “poca competizione”: questo però non vuol dire assenza di agonismo in quanto traduce in realtà, a livello simbolico, bisogni della persona del tutto naturali, in questa età, collegati all’aggressività, all’autoaffermazione, all’interazione con la realtà. Lo stress agonistico deve essere evitato: in un bambino, però questo significherebbe caricarlo della pressione di un intero ambiente affettivo (genitori, allenatore, compagni). L’ansia potrebbe essere maggiore del piacere della pratica sportiva. L’agonismo, se controllato, può avere una funzione benefica a livello psichico. Far praticare dello sport, quindi, significa potenziare anche il suo sviluppo psichico, oltre che su quello fisico. Con il passare del tempo si avranno effetti sulla sua personalità. Anche in questo caso per far accettare l’attività sportiva al bambino c’è bisogno che, sia da parte dei genitori che degli insegnanti, venga vissuto come un qualcosa di divertente, che “è bello fare” .
6 “Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.”
“La pittura non è forse un’incessante esplorazione e nel medesimo tempo la più sconvolgente avventura?“. Da questa frase di Matisse potremmo trarre la metodologia d’insegnamento dell’arte per i nostri bimbi. In questo senso l’arte non ha solo uno scopo esteriore, è strumento educativo attivo. Esplorazione e avventura nei musei, è questo che farebbe avvicinare i bambini all’arte! Centrale è dunque l’intervento di chi educa, la formazione culturale, l’impegno convinto e costante di chi propone esperienze: l’adulto deve recuperare in primo luogo la capacità di andare al di là del “già fatto”, di vincere la paura della trasformazione, di ritrovare il piacere di stupirsi. Quindi cogli le occasioni! Io in questo blog ti terrò aggiornato sulle iniziative che vengono fatte apposta per i più piccoli! Proprio come ho fatto nel post precedente!
7 “Ultimo suggerimento: ho una mia teoria e forse mi prenderanno in giro. La chiamo: la donna a tre quarti del tempo. Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco. Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno.”

La nostra realtà purtroppo è molto lontana. Basta guardare gli ultimi dati Istat: il 27% delle donne lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio. Nel 90% dei casi le madri abbandonano il lavoro per potersi dedicare alla cura dei figli. Inoltre, tra le cause dell'abbandono, ci sono anche l'inadeguatezza dei servizi pubblici e l'eventuale assenza di familiari ("nonni") che possano sostituirli. Con la crisi odierna, infine, lavora il 46,1% delle donne contro il 58,7% del terzo trimestre 2009. Nel 37,2% delle famiglie in cui è presente una donna tra i 25 e i 54, lavora solo l’uomo mentre la media europea è del 24,9%. Forse questa ultima regola dovrebbe essere presa più in considerazione per poter permettere alle donne di poter conciliare il lavoro con la maternità.  

sabato 9 aprile 2011

XIII settimana della cultura

Da oggi, fino al 17 aprile puoi essere il bimbo più fortunato del mondo!

Untitled-1Con la giornata del 9 aprile inizia la XIII Settimana della Cultura, promossa dal Ministero dei Beni Culturali (clicca qui). Questa, mio piccolo lettore, è una settimana in cui tu e la tua famiglia potreste sfruttare per visitare musei e luoghi statali dedicati all’arte gratuitamente!

Il sole, il fine settimana ormai iniziato e questa splendida iniziativa, cosa vuoi di più??

Il vostro Gufo preferito vi invita a cogliere al volo questa opportunità per potervi divertire imparando!

L’importanza di questa settimana è segnalata anche XIII-Settimana-della-Culturada Google che celebra l’iniziativa con un Doodle rappresentante il Duomo di Firenze, la Cattedrale Santa Maria del Fiore.

 

Spot XIII Settimana della Cultura

mercoledì 6 aprile 2011

La creatività al BrainForum 2011!!

Il vostro Gufo Maestro Anacleto è sempre in moto!

Questa settimana ho avuto il piacere, infatti, di partecipare al BrainForum 2011, un’ opportunità formativa per noi Gufi colti non da poco!!

Il tema di queste giornate di studio era “Il colore del pensiero”. Tra i molti temi trattati, si è toccata brain_forum_2011l’interessante area della creatività.

Mi sembra interessante per te mamma, ma anche per i ragazzini più curiosi, esprimerti la posizione del prof. Idan Segev, che ha tenuto un intervento su ciò che rende il cervello creativo.

Brevemente, il professor Segev ha passato in rassegna quattro idee base per definire la creatività. Partendo dal presupposto che con creatività si intende un momento di originalità e novità, con una produzione finale, Segev definisce le sue quattro idee come segue:

  1. come prima si pone l’accento sul fatto che non sia il peso del cervello ad essere importante per la creatività, ma sia invece la connessione e le fibre che connettono aree diverse, tra moduli diversi che portano alle effettive capacità finali;
  2. la seconda idea si richiama invece alla sinestesia, una particolare cacreativitàpacità di vedere il suono, profumo ecc sotto forma di colore; questa capacità che porta ad una connessione su vasta scala su piani diversi accumunava molti artisti tra cui Schoenberg (misicista) e Kandinsky (pittore) che a lungo collaborarono. Si può quindi definire come i collegamenti (sinapsi) ci rendano dinamicamente creativi;
  3. il terzo punto prende in considerazione il “rumore biologico” ovvero il rumore derivante dalla variabilità elettrica celebrale. Nel nostro cervello vi è uno sforzo molto creatività2forte per creare rumore, ogni cellula crea il proprio e in questo modo si vanno a definire aree nuove di esplorazione in maniera random;
  4. la creatività sarebbe inoltre in qualche modo soppressa dalla società, studi condotti attraverso stimolazione TMS, hanno definito un miglioramento delle prestazioni, ovvero una intensificazione delle possibilità del soggetto.

Per aumentare la creatività vi sono naturalmente molti modi differenti; il primo passo da fare è quello di avere arte e scienze unite, ovvero capacità congiunte in modo da avere stimolazioni multiple per potenziare la nostra creatività.

Clicca sull’immagine per seguire l’intervento completo del prof. Idan Segev.

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