4 - 5 - 6 NOVEMBRE 2011 annotatelo sui vostri diari! Cosa ci sarà di tanto entusiasmante in questi tre giorni vi chiederete? Beh per tre giorni Milano masticherà tecnologia e videogiochi: si terrà il primo evento ufficiale italiano del settore, la GAMES WEEK!.
Sarà un evento interessante per grandi e piccini da vivere a 360°:
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con la possibilità di provare i videogiochi più attesi;
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incontrando gli sviluppatori;
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giocando nel salone insieme alle celebrities;
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sfidando gli amici;
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con la possibilità di acquistare i prodotti.
Ma perché un Gufo spennacchiato come me si dovrebbe interessare di videogiochi mi chiedete?
Dovete sapere che i videogiochi non sono da condannare ed escludere a
priori dall'educazione dei bambini, infatti molti sono i processi psicologici connessi al loro utilizzo e che possiamo "allenare" divertendoci.
Un piccolo esempio è il fatto che ognuno di noi quando si trova alle prese con un nuovo gioco deve cercare di capire come muoversi e ideare una strategia per poter superare l'ostacolo e in caso di fallimento del tentativo di risoluzione, si dovrà compiere un'ulteriore valutazione degli elementi disponibili per una risoluzione ottimale della difficoltà.
Greenfield (1987) ha argomentato a proposito che i videogiochi, in cui il giocatore deve affrontare e risolvere livelli di difficoltà crescente e scoprire regole di soluzione di ciascun livello, attivano abilità di ragionamento induttivo e soluzioni di problemi simili a quelle richieste per risolvere compiti di ragionamento di tipo tecnico-scientifico.
Diverse ricerche hanno comprovato che i videogiochi sviluppano le competenze spaziali, le competenze di attenzione, visiva in particolare, le capacità induttive, il coordinamento dei punti di vista e degli elementi in memoria.
Si sottolinea inoltre come per utilizzare i videogiochi siano necessarie una serie di capacità: coordinazione sensomotoria occhio-mano, indipendentemente dai processi mentali. Secondo la Greenfield questa abilità non si limita al videogioco ma può essere utile in diversi ambiti della vita quotidiana ma che a differenza del primo contesto, quest'ultimo risulta più complesso da applicarsi. Il problema che si presenta è dunque la possibilità di trasferire le capacità acquisite nel videogioco ad altri ambiti.
Cosa è possibile fare? Fondamentale è il ruolo del genitore e dell'insegnante nel rendere i videogiochi oggetto di discussione e di studio per rendere possibile e favorire il processo di trasferimento e generalizzazione delle conoscenze acquisite anche in compiti dove non sia presente il computer o la console.
Un ultimo punto che vorrei approfondire con voi riguarda le abilità acquisibili tramite il videogioco: Varisco e Mason (1990) definiscono come orientamento spaziale (punti di riferimento, prontezza dei riflessi e coordinazione), organizzazione delle strategie siano incrementate e possano essere migliorate con un uso consapevole del videogioco.
Molti sono senz'altro i generi di videogioco disponibili in commercio ma sembra che un po' tutti i generi disponibili richiedano le abilità descritte precedentemente: problem solving, decision making, valutazione, anticipazione ecc.
Quindi piccoli amici e genitori non vi resta che ritagliarvi un pomeriggio da passare tutti insieme per giocare imparando, sfruttando anche l'opportunità offerta da questa manifestazione per avvicinarvi a questo mondo spesso condannato.
Puoi acquistare i biglietti su
TicketOne con sconto del 30%, agevolazioni per le famiglie e la possibilità di stampare i biglietti direttamente a casa senza dover fare la fila!!
Come ultimi consigli il vostro Gufo vi ricorda che per riconoscere il gioco adatto al vostro bambino è buona norma consultare la metodologia di
classificazione dei videogiochi PEGI, che informa circa distinte fasce d'età e contenuto del videogioco. Inoltre, vi lascio alla lettura del libro
Figli e Videogiochi. Istruzioni per l'uso ad opera di Cantoia, Romeo e Besana ed edito da La Scuola.
A presto!!
Il vostro Gufo Istruito Anacleto
[Fonte: Fabio R.A, "Intelligenza Potenziale - strumenti di misura e di riabilitazione" FrancoAngeli, 2011]